Elisa rinasce col suo 'respiro in più'
Ad aprile vi avevamo raccontato
l'incredibile storia di Elisa, una ragazza affetta da fibrosi cistica e
in attesa del trapianto di polmoni. Finalmente quel momento è arrivato.
Ricorderete quella botte di ferro che porta il nome di Elisa
Volontieri, scritto nella lunga lista d'attesa per il trapianto
polmonare. Non poteva avere un lieto fine migliore la sua storia.
L'avevamo conosciuta poco prima dell'estate, in vista degli esami di 5^
superiore e la voglia di iscriversi in università. Ebbene, quelle prove
di fine anno, tra cure continue e aerosol, erano state superate a pieni
voti, così come il test per l'ammissione ad Allevamento e Benessere
Animale. La fibrosi cistica alla giovane non è mai stata d'intralcio,
anzi aveva permesso a Elisa di tirar fuori tutta la sua grinta e
tenacia, proprio come era solita dimostrare nei suoi post su facebook:
"Una cosa è certa... Non sono tanto con le rotelle che funzionano nella
direzione giusta, non ho tutti i neuroni che si aiutano, non ho più il
cricetino che gira sulla ruota a cusa della fame, quindi... Ieri mi sono
trasformata in 'CapitaNana America'!", pubblicando una divertente
immagine con indosso il caschetto, "Di sicuro non conquisteró il mondo,
anche se l'idea non è mica male, peró raggiungerò la vetta che sto
scalando da 19 anni a questa parte... la vita". Elisa in 19 anni ne
aveva viste e superate tante, troppe per la sua età, e per questo poteva
dare lezioni di vita a qualsiasi piagnone o viziato in circolazione.
Nel mese di ottobre aveva cominciato a gonfie vele il nuovo percorso
universitario, quando, un giorno, ha preso il raffreddore (ricordiamo
che per affetti da FC, anche un semplice raffreddore può minacciare
seriamente lo stato di salute). Da quel momento, si era presentata anche
la febbre, celeberrima nemica che non cessava. Così Elisa, dal suo
ultimo post di domenica 11 ottobre, scriveva "Ciao a tutti. Non mi
dilungheró molto perchè non riesco... Sono due giorni che sto malino,
febbre altissima (ma non è ne levissima ne purissima, saturazione..
ehm.. vabbeh, fame..cos'è questa parola? Insomma uno straccio. Quindi mi
ripresenteró a voi appena mi ripiglio un attimo.."Addio". Finiva così
il suo messaggio, che ad oggi noi lo traduciamo con un "Addio vecchia
vita". Sì, addio a quella vita fatta di terapie antibiotiche continue,
giornate intere, se non settimane, spese in ospedale, tra nervosismi in
corsia e la voglia di trascorrere anche solo mezza giornata all'aria
aperta e invece costretta in mascherina dietro la finestra di un
reparto. La situazione di Elisa era degenerata in queste ultime
settimane e il suo respiro era appeso al filo dei professionisti che
insieme alla famiglia della guerriera hanno reso possibile
l'impossibile. "Quando tutto sembrava precipitare e nello sguardo di mia
figlia vedevo tanta stanchezza", spiega emozionata mamma Emanuela,
"ecco che nel cuore della notte di venerdì 23 ottobre, giorno del mio
compleanno, i medici ci hanno riferito che erano arrivati i polmoni
compatibili con quelli di mia figlia". 11 ore. Un l'asso di tempo in cui
a Elisa venivano trapiantati due nuovi motori respiratori.
Un'operazione complessa, che in sala d'attesa lasciava tutti col fiato
sospeso. Poi il giorno seguente ecco gli sguardi di Elisa e della sua
famiglia che si incrociano e quelle parole cariche di amore e gioia "Ely
ti hanno operata". E adesso, allora, pronti alla grande festa prevista
per il ritorno a casa (tra circa due settimane)... e tutto attorno il
senso di sensibilità verso un gesto così immenso come "donare un organo è
donare una vita", scritto anche sulle magliette dell'associazione di
Elisa.
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