Dario Liberto ci racconta la sua arte nobile

La storia di Dario Liberto, mi ha incuriosita fin da subito. Un uomo, un padre ed un professionista dal cuore generoso. Il suo sguardo è sui giovani: "mi raccomando, praticate sport". Una raccomandazione che di questi tempi suona improbabile, ma come si dice in gergo...volere è potere, no? Vediamo come Dario, riesca a portare avanti le sue passioni, contagiando figlio e giovani. Buona lettura!

1) Chi è Dario Liberto? Racconta ai lettori il tuo trascorso, in gioventù e da appassionato.

“Mi potrei definire l'uomo delle "uniformi", in quanto ex Militare e Guardia giurata. Mi ritrovo, adesso, ad essere una Guardia ambientale e un Militare del corpo Cri. La mia passione per la Boxe, nasce a 15 anni, quando iniziai a fare kickboxing. Proprio lì, vidi che ero veloce di braccia e mi piaceva usare più "i pugni"; così, passai in una storica palestra di Pugilato a Palermo, la gloriosa Tomaselli”.



2)   Da sempre, le idee e le passioni, (s)muovono il mondo. Lei è un tecnico di pugilato. Come nasce tale professione?

“Tale professione, nasce dalla passione innata e iniziai a 40 anni. Tuttora, faccio match per una Federazione Maltese, dove di recente ho vinto un torneo Neo Pro con cintura in palio. Adesso, la mia missione, è insegnare ai ragazzi questa disciplina, distogliendoli da vizi e cattive compagnie. In primis, impartendo loro dei valori che risiedono in questo sport, fatto di lealtà, rispetto e regole. Infine, sono felice quando vedo loro acquisire sicurezza in sé stessi”.

3)  Ciò che colpisce chi incappa nel suo profilo, è il solido rapporto con suo figlio. Anch'egli sposa la box e si allena con lei. Racconta qualche episodio, qualche passaggio del vostro vissuto sul campo.

"A mio figlio, ho insegnato a boxare all'età di 9 anni, per imparare la nobile arte e sapersi difendere da bullismo. Oggi è un pugile agonista e la mia spalla in ogni allenamento”. 

4)   Lockdown, primo e secondo. Telefonicamente, accennava la possibilità di allenamento presso il locale casalingo adibito a palestra. Quale messaggio vuole dare a chi vorrebbe praticare sport?

“Il messaggio che rivolgo ai miei ragazzi, essendo noi un Asd (Sicula Boxing Team), affiliata alla Federazione Pugilistica Italiana, è di non demordere e di affiliarsi, cosicche potranno allenarsi sia come agonisti che come boxe competition (amatoriale) e continuare a inseguire i loro sogni”.

5)  Di frequente, si legge di sportivi che abusano delle loro "arti", malgrado il codice che raccomanda ben altro. Da tecnico ed esperto, qual è il suo parere in merito? Se vuole, racconti pure un'esperienza. 

"Nella norma, il pugile fuori le palestre è la persona più pacata del mondo, poiché sapendo il suo potenziale, non farebbe male ad una mosca. Purtroppo, nei tempi odierni, è capitato qualche episodio di cronaca del genere. Questi sono ragazzi che non hanno capito il vero valore di questo sport e gente così va subito allontanata dalle palestre. Questi non sono dei veri atleti”.

6)   In quale momento particolare della sua vita, si è detto "sicuro" di voler intraprendere questa strada? Com'è stata la gavetta?

“Ho sempre praticato questo sport con passione, allenandomi sempre. A 40 anni, mi venne il pallino di conseguire il brevetto di Aspirante Tecnico FPI. Ma passione forte, volle come dissi in precedenza di avere fatto dei Match a Malta.

7)  Cosa si auspica per il suo ragazzo? 

Che segua i suoi sogni e che un domani prenda anche lui il brevetto di Tecnico, ed essere sempre la spalla l'uno dell'altro. Che possa continuare con la nostra passione, distogliendo i ragazzi dalla strada insegnando loro un arte che li affascinerà per la vita”. 

8) Come si vede tra 10 anni?

“Meglio di adesso” (sorride). “Spero si possano coronare i sogni miei e di mio figlio e di ogni ragazzo che con passione e dedizione intraprendere questa disciplina la nobile arte”.

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