Come camminare sulle nuvole…
Ecco come definirei il
momento che sto vivendo, in questi primi e pochi giorni da marito e moglie.
Magia pura, mescolata a tanta felicità e…(ancora) incredulità!
Così come per essere
genitori, non esiste un manuale che insegna ad essere bravi coniugi, però penso
che io e Fabrizio siamo cambiati, in bene, in meglio. Già muovendo i primi
passi verso il matrimonio, a gennaio 2019, il corso fidanzati ci spedì in una
nuova dimensione, fatta di condivisione, pensieri, riflessioni e tutto quel che
la vita di coppia prevede. Tante giovani coppie, come noi, insieme per guardare
ad un futuro comune desiderato, roseo ma anche spinoso, come le testimonianze
raccontateci da chi ha deciso di perdonarsi e voltare pagina. Si, perdonarsi,
perché quando si incappa in un errore, la colpa non è solo a senso unico, ma
riguarda entrambi, senza distinzione né maggioranza. Questa è forse uno degli
spunti interessanti su cui sono stati posti una carrellata di quesiti pro e
contro. Ma oggi digito senza imputare terzi, bensì ponendo sotto al riflettore
il mio cammino da neo Signora Brambilla, oddio, l’ho scritto davvero, mentre poggio
lo sguardo sulla fede che avvolge il mio anulare destro, nella mano del cuore. Di
cuore e amore si parla in famiglia, da giorni e ore, reduci da una grande
festa, resa non bella ma perfetta! Ma prima di arrivare dritti dritti al
pomeriggio fresco e soleggiato che ci ha accompagnati sabato 7 settembre,
vorrei spendere due parole riguardo agli innumerevoli preparativi di nozze. Per
noi, si è trattata di una vera e propria ruota che girava,… il nostro
intrattenitore musicale scelto, ci ha proposto due suoi amici fotografi, i
quali ci hanno suggerito rispetto allo spettacolo dei fuochi d’artificio,
mentre per le bomboniere, una compagna di classe di Fabrizio, si è occupata di
realizzarle per noi, la quale collabora con l’atelièr dove la sposa, ma chi è
questa giovane sposa, ha comprato il suo abito. Insomma, un cerchio, lo stesso,
su cui si è posato il nostro tableau de mariage. Un bel destino, che ricorda
molto la casualità con cui noi ci siamo conosciuti: Facebook. Ogni volta che lo
pronuncio, in circostanze analoghe o in pour parler, ho un tuffo al cuore che
sopraggiunge. Fu proprio Fabrizio a chiedermi l’amicizia, una sera d’inverno di
un anno e mezzo fa, durante un momento di cazzeggio sul divano post cena. E io,
titubante ma fiduciosa sul nome così radicato qui al nord, accettai. Ma,
proprio come un noto manuale che lessi, “Il nuovo Bon Ton di Roberta Schira”
gli proposi di conoscersi meglio davanti a ravioli di carne e nuvole di drago.
“Se vuoi conoscere davvero una persona, portala fuori a cena”, e così feci.
Notai subito la sua attenzione nell’ascoltarmi e come se fossimo stati vecchi
amici, parlammo di tutto. Di lui mi colpirono quegli occhi di ghiaccio
illuminavano le mie portate ed il suo viso candido. Dopo un mese di
frequentazione e la stessa frase pronunciata una sera insieme “a domani amore
mio”, decisi di fare le valige e venire qui, nella stanza, della casa in cui
viviamo da un anno e mezzo e mentre lo metto nero su bianco come una relazione
di stato, ho un nodo in gola. Si faceva l’amore sempre, tanto da aspettare il
frutto del nostro amore nel giro di nove mesi, che però, se ne andò,
lasciandoci quell’amaro in bocca ma rafforzando quello che è il nostro credo. Quel
momento capimmo che voleva esserci una svolta, una concretezza baciata dal
Signore e così decidemmo di convolare a nozze, sempre nell’arco di nove mesi e
lo annunciammo durante il suo quarantesimo, sabato 8 dicembre 2018. Da qui,
sono trascorsi i mesi più frenetici, intensi, organizzativi, emozionanti che ci
hanno portati a sabato. Desideravo un giorno fiabesco, sia per la bellezza e la
somiglianza di un principe di Fabrizio, sia per la mia triste storia che non mi
ha dato tregua per lunghi anni. Insomma, doveva trattarsi di un giorno avvolto
nella magia, tanto da chiedersi, ma cotanta meraviglia è solo un abbaglio o è
realtà? E allora ecco che Cenerentola mi ha prestato la sua carrozza e suoi due
cavalli, per portarmi dalla casa in cui sono nata e cresciuta, dalla mia metà,
incontrata per puro caso, che mi aspettava all’altare. Entrai con mia sorella
Benedetta, che inondò di lacrime il mezzo di trasporto magico. Applausi e
sguardi di venerazione, potevo intravvedere da sotto il velo e quando arrivai
dal mio Fabrizio, visibilmente provato , gli mandai un bacio che ricambiò
schiacciandomi l’occhio. Gli diedi subito la mia mano, perché non vedevo l’ora
che il mio corpo la sfiorasse, umidissima come per il resto di me. Gli chiedi
che giorno fosse e lui mi rispose con un sorriso che incantava, tanto da farmi
richiamare dal prete in un attimo di distrazione. Da quel momento, decisi di
godermi tutto e lasciarmi alle spalle gli ultimi giorni così carichi di ansia e
pensieri ed in un batti baleno, ecco che come un “reset” nel cervello,
dimenticai tutto. Si riscrive tutto dal 7 settembre 2019. Ora c’era posto solo
per noi, per il nostro futuro, che non attendeva altro che essere scritto su di
un nuovo libro.
Tutto il resto è
segretamente custodito nel mio cuore.
Viviana Brambilla
Bellissimo pensiero.
RispondiEliminaCi hai donato un pezzetto della tua vita e non solo la magia della vostra giornata di festa.
Mi hai commosso.
Buongiorno, innanzitutto e GRAZIE! Semplicemente un grazie grande per aver condiviso le mie emozioni. Come ho ribadito anche su altre piattaforme, non mi sono preoccupata di curare le imperfezioni del testo, bensì di scrivere di getto i miei pensieri ed il mio vissuto. Un caro saluto, Viviana
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