Se incontrassi Bebe Vio
Elena Scolari, classe 1992, risiede a Magenta, la Città della Battaglia (ci tiene a sottolinearlo). Sezione H, compagne delle scuole medie “4 Giugno 1859”, Elena aveva un inseparabile amico a 2 ruote, il deambulatore. Una storia resa speciale, grazie alla sua umiltà, che la contraddistingue sin dai tempi in cui studiavamo algebra e le imprese funeste dell’Achille. I suoi segni particolari, sapevano parlare anche durante una prova scritta: gli occhi blu, carichi d’amore per la vita, facevano di Elena una ragazza destinata a lasciare il segno.
Ele, cosa significava per te quella particolare condizione motoria? Ti sei mai sentita " diversa" o incompresa in qualche circostanza?
A tal proposito, come si vive nel pratico una disabilità in una società complessa e d'apparenza?
“Nella società di oggi, non è facile vivere con una disabilità, anche se devo dire che negli ultimi tempi abbiamo fatto grandi passi in avanti sul tema della disabilità, per esempio lo sport paraolimpico, anni fa era impensabile far praticare uno sport ad una persona diversamente abile, per quanto riguarda la nostra società basata sull' apparenza, dico che l'importante è amarsi per come si è, e non volere a tutti i costi essere " perfetti" tanto la perfezione non esiste, nella società odierna, ciò che conta è l'apparire, ma quello che conta di più secondo il mio punto di vista la vera bellezza è quella che hai dentro nell' anima e nel tuo cuore, perché puoi essere anche "bella", ma se poi non hai valori e principi dentro di te, la bellezza esteriore a lungo andare, con il passare degli anni, svanisce”. Elena coltiva la sua bellezza, con la semplicità: a spasso con la sua famiglia, dedicandosi alla lettura e praticando il suo sport con cui ha ottenuto ottimi risultati, proponendosi ogni volta di più con il motto “si può fare meglio”.
I tuoi post, si ispirano a grandi nomi, simbolo di forza e determinazione, uno per tutti l'atleta Bebe Vio. Cosa rappresenta per te, se la incontrassi cosa le diresti?
"Ho un profilo di Facebook, dove principalmente scrivo frasi e pensieri che mi colpiscono, non scrivo solo frasi, ma seguo anche atleti fra cui Bebe Vio campionessa di scherma paralimpica, seguo lei come tanti altri atleti, perché sono in grado di trasmettermi tanta forza e determinazione. Atleti come Bebe e tanti altri infatti hanno dato un particolare impulso allo sport paralimpico, stimolando anche altre persone disabili ad uscire di casa. Se la incontrassi le direi di continuare cosi , SEI GRANDE BEBE, inoltre non seguo solo " il mondo" dello sport paralimpico mi interessa anche il nuoto, e ginnastica artistica praticato da atleti normodotati".
Hai ricevuto più porte in faccia o porte aperte sul campo lavorativo? Pensi che lo Stato consideri una fascia cosi delicata come la vostra o che non faccia mai abbastanza?
Anche durante la tua pagina di Fb si riempiva di post propositivi, arcobaleni e segni di speranza. Ci racconteresti il tuo “lockdown”?
“Devo dire che il periodo di lockdown per la pandemia, è stato un pò difficile, dal punto di vista motorio, anche se cercavo di tenermi impegnata, cucinando, allenandomi a boccia paralimpica, sport che pratico che mi appassiona e mi ha dato bellissime soddisfazioni. In questo secondo lockdown, mi sono appassionata anche nel disegno”, Elena, ci tiene a conservare caramente la sua creatività ed io, che ho avuto la fortuna di prenderne visione, vi garantisco la sua capacità artistica.
Quel che più dovremmo apprendere, da storie simili, è l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo, cimentandoci in un passatempo non ancora scoperto. Potrebbe nascerne una passione!
Moltissimi ti conoscono per il tuo bene la tua bell'anima. dote rara. Cosa consigli a persone che vivono una condizione simile e chi invece ha tutto e si lamenta?
“Alle persone che vivono una disabilità simile alla mia dico di non arrendersi mai, che c'è sempre qualcosa che si può fare, serve molta pazienza e costanza, poi le cose belle arrivano con il tempo, anche noi nel nostro piccolo possiamo dare un grande esempio alla società e alle persone che ci vivono, sfruttando le nostre potenzialità. Alle persone che si lamentano, consiglierei di essere grati per ciò che hanno, e se sono " insoddisfatti", di aiutare il mondo del sociale, facendo volontariato. E’ davvero un grande gesto per il nostro paese in difficoltà. Ringrazio i miei genitori per avermi fatto questo grande DONO, la Vita e se adesso sono diventata questa bella persona, devo dire GRAZIE a loro, per gli insegnamenti e valori, dove trovo la forza per combattere la vita di tutti i giorni, sicuramente da mio papà e da tutti i miei cari che mi vegliano da lassù a loro dico GRAZIE".
Elena mi invia un messaggio per chiedere di rivolgere un
ringraziamento a chi si appresterà a leggere la nostra intervista, facendovi il
“memo” di essere felici, semplicemente, come quando si dice "quando lo siete, fateci caso!".
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