Agenda 2030. E tu sai di cosa si tratta?

"Vivy, vorrei intervistarti". "Molto volentieri, argomento?". Eccolo qui: nove risposte sul tema 'Agenda 2030'. Un ottimo compito delle vacanze natalizie che potrà servire anche a voi. Buona lettura. VFB

 

1)     1.  Sottoscritta nel 2015, l’Agenda 2030, nasce dalla necessità di ben 193 Paesi insigniti nell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Uno degli innumerevoli obiettivi a cui ispira l’Agenda in questione, è “trasformare il mondo”, promuovendo fortemente un programma d’azione, atto a contrastare le divergenze tra ricco e povero o abbattendo il contrasto al cambiamento climatico. I punti cardini citati pocanzi, rientrano nell’aspettativa futura dei Governi aderenti.

2)    2.   Riprendendo le fila del punto uno, mi piacerebbe molto realizzare entro il 2030, la piaga del sociale: i ricchi e i poveri, dovranno poter mangiare insieme, guardarsi negli occhi senza provare pietà o invidia (a seconda del punto di vista). I tristi spot pubblicitari che trasmettono bimbi di colore in stati disumani, con le mosche sui loro visi piccoli e le mamme che li avvolgono con tutto l’amore possibile, ma consapevoli del fatto che non potranno garantire loro un futuro migliore, non dovranno più apparire sulle nostre televisioni. Abbiamo il dovere di fermare questo andamento, cominciando in primis, a non donare più l’euro al numero sovraimpressione: sappiamo con certezza a chi arrivano le nostre offerte? Preferisco di gran lunga, il volontariato “a tu per tu”; dove puoi accertarti del buon operatore, del piatto caldo servito al barbone di turno o del bambino pulito in viso e senza mosca che ronza attorno.

3)  3.     La tecnologia può fare la differenza. Basti pensare che la stessa, ne ha determinato una profonda trasformazione nella società moderna. Ai tempi dell’emigrazione, le nostre nonne non potevano sapere se e quando i loro mariti, avrebbero raggiunto l’America. I “piccioni viaggiatori” non facevano viaggi tanto lontani e i cellulari dovevano ancora nascere. Le lettere si leggevano dopo un tempo indefinito, che non permetteva al mittente né al destinatario, di appurare l’attendibilità di uno stato di salute o di una notizia generica. Oggi, con un click, “navighiamo” in terre clandestine e non occorrono nemmeno passaporti o visti. Si esplorano notizie, ci si documenta per una ricerca, in meno di cinque secondi, digitando appena “New York Times”, vieni a conoscenza dei fatti oltreoceano. Incredibile! Il magnate per eccellenza, di casa a stelle e strisce, lo aveva predetto: l’innovazione è ciò che distingue un leader dagli altri”. E Steve Jobs lo sapeva bene.

4)   4.    I cambiamenti climatici che più destano la mia preoccupazione, sono sostanzialmente due: negare il problema e non risolverlo. Che le stagioni non sono più le stesse, son cose trite e ritrite: allora noi cosa facciamo per provare a fare del nostro (meglio)? Tempo fa, alcuni adolescenti, aderirono all’iniziativa del “No mozziconi a terra”, contro il diffusissimo malcostume di gettare per strada uno dei rifiuti più inquinanti del nostro Pianeta. A seguito di quei sacchetti che contenevano il “cattivo vizio”, la cosa si concluse lì. Come possiamo definirla? Una campagna di sensibilizzazione da qualche settimana? Oggi i fumatori, anche quelli meno accaniti, continuano a macchiare il suolo pubblico e volontari al seguito, non se ne vedono più. E non sono occupati a raccogliere le cicce, forse si sono arresi alla testardaggine mista all’ignoranza di (tanti) ignoti. Per prima cosa, dovrebbero sanzionare più salatamente i trasgressori (al pari di quelli che lo fanno in auto) e secondariamente, dovremmo svolgere nel nostro piccolo, il ruolo di operatore ecologico per fare del bene al mondo del futuro.

5)     5.  Gender mainstreaming: un tema attuale che mette fine alla dissomiglianza tra sesso maschile e femminile. Finalmente, mi verrebbe da dire. Proposto nel lontano 1985, il concetto di “mainstreaming”, fu un’idea geniale volta a smussare sempre più le idee, i modi, i costumi e le concezioni provenienti dal mondo in rosa verso cravatte e papillon. Mi piacerebbe che anche nella Curia, vi fossero altrettante donne, quanti uomini, cosicché un giorno, alla “fumata bianca” potremmo vederci sbucare una Papessa e non un Papa. Questa emancipazione, anche sotto l’aspetto ecclesiale, non dovrà turbarci e se dovesse succedere, significherebbe che siamo ancora vittime di certi stereotipi. Inoltre, mi piacerebbe che una donna araba divenisse paladina della giustizia, senza rischiare la ghigliottina e potesse dichiarare apertamente la fine della schiavitù familiare: in certi Paesi, è “normale” che il marito abbia tre, quattro, cinque moglie e altrettanta prole al seguito. E’ comune che il capo famiglia, picchi la moglie o la denigri, mangiando prima di lei o assumendo altri comportamenti deleteri. Le donne devono poter mettere in mostra la loro piega, il loro taglio di capelli: il burqa dovrebbero ritirarlo dalla circolazione e nemmeno più essere usato a carnevale.

6)    6.   I problemi legati alla povertà, verrebbero risolti distribuendo in parti eque i patrimoni nazionali. Ogni stato ha il suo e certamente la fetta più grande va spesso (e non volentieri) nelle tasche dei più virtuosi. Per prima cosa, dovremmo analizzare più da vicino i compensi che ricevono volti più o meno noti. I calciatori e il giro dei personaggi dello spettacolo, dovrebbero oltremodo rinunciare agli “zero” che compongono le loro paghe. Le discoteche dovrebbero devolvere i loro incassi, alle associazioni no profit che conoscono, per contrastare meglio il fenomeno della povertà. I politici dovrebbero rinunciare alle poltrone, cedendole a chi si sdraia accanto al Duomo e sopravvive di elemosina. Penso che già da un primo accorgimento, le file alla Caritas si accorcerebbero e le famiglie inizierebbero a vivere più dignitosamente.

7)   7.   Si parla di auto elettriche e energie innovative. Alle fiere, si vedono robot che sostituiscono le domestiche, talmente sofisticati e silenziosi, da non danneggiare il parquet. Altri che servono piatti invitanti nei ristoranti, rimpiazzando il personale. Ma nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante, il problema dell’inquinamento resta immutato. Come mai? Mi ritorna in mente l’esempio del punto 4, dove le sigarette tenevano banco insieme ai cittadini corretti: oltre a loro, c’è uno sproposito di carta tagliata, e gli alberi (quindi la natura), ne risentono, immondizia sparsa ai confini delle città con topi che ballano festosi sui sacchi, gente ignara della differenziata. Le industrie contribuiscono a questo scempio: si potrebbe pensare a tubi di scarico diretto con le discariche. Incentiverei il montaggio dei pannelli elettrici e solari, in modo tale che ogni azienda avrebbe a disposizione il fabbisogno energetico dal sole e quello elettrico per la luce.

8)    8.   Per favorire più posti di lavoro, diminuirei lo sfruttamento e l’età pensionabile: così facendo, i candidati avrebbero la possibilità di un contratto più duraturo e uno stipendio che consente di pagare l’affitto e le bollette, senza il rischio che ci vengano a buttare alla porta. I giovani d’oggi, non lavorano ma percepiscono il reddito di cittadinanza; se invece il lavoratore andasse in pensione stando ai suoi anni, sommati al tempo d’impiego, coloro alla ricerca del posto fisso, avrebbero più chance. Purtroppo tanti si adeguano anche a paghe risicate e straordinari non previsti: così facendo, si favorisce lo sfruttamento. A proposito di posto fisso, invece, penso che ormai il futuro del lavoro, sia improntato sulla flessibilità e adattamento. Una volta riviste le riforme firmate in Parlamento, mi piacerebbe che queste nefandezze venissero sfatate.

9)   9.    Della mia città, mi piace il fatto che sia fornita di mezzi, ospedali, enti pubblici, bar e palestre. Penso sia importante dare al proprio cittadino, un ventaglio di comodità, atte a ridurre il tempo per svolgere commissioni e impiegarle in ciò che ci distende, come una lezione in sala pesi o una nuotata in piscina. In futuro, si potrebbe considerare l’ipotesi di pullman elettrici, oltre che di monopattini, cari e non alla portata di tutti!




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