Christoper Brizzi: "perchè canto? Per essere capito"

 

1)  Definisci Christopher Brizzi. Sai molto del suo passato?

 

Come definisco Christopher,… beh lo definirei un semplicissimo ragazzo, come tanti, ognuno con il suo passato, più, o meno forte, che cerca di farsi conoscere con le persone che crede che meritino”.

 

Chi lo conosce personalmente, come me, sa che la sua tenacia è rara: non ha mai desistito con le sue passioni e il tentarci continuamente, l’ha portato anche alla pubblicazione dei brani, scritti e cantati da Christoper Brizzi, disponibili in rete.

2)  2.   Consiglieresti di conoscerlo? Di cosa vive? Invece, cosa fa per -vivere- le sue passioni?

 

Consiglierei di conoscermi, sia come persona che come "personaggio" a livello artistico.

La persona ed il "personaggio" non sono poi così diverse. Se ascolti la mia musica, conosci anche un po’ di me: viviamo entrambi della stessa cosa,… la musica.

Quando sono fermo, come in questo periodo, se non la faccio, ne ascolto molta.

Non immaginerei mai la vita, ma anche di un essere umano qualunque, senza la musica. Cerco di viverla in qualsiasi momento, da solo, con amici, a lavoro quando canticchio. Lei c'è sempre, insomma”.

 

Quanti di noi, la ricerchiamo? Si può dire la stragrande maggioranza. E non solo nei momenti più spensierati, talvolta in quelli “no”. La testa incomincia a viaggiare, senza badare a spazio né tempo. Quelle sette note, sono terapeutiche anche per la persona più silenziosa al mondo. Basti pensare che ai bimbi, occorrono solo due pentole per godere del suono che emette. Anche quella è musica. Tutto ciò che produce un rumore, viene considerata tale e dà inevitabilmente un senso di libertà, più che mai ora, tra restrizioni e zone rosse.

 

3)    3.   Sei ancora nei "venti" e quasi negli "enta". Cos'hai seminato finora a livello musicale? Come ti vedi tra 10 anni? Futuro da solista? A chi ti accosti?

 

L’ estate scorsa ho chiuso il mio primo lavoro "ufficiale". Un EP di sei tracce, dopo aver provato prima con alcuni singoli. Sin da bambino, ero preso bene con il rap, poi crescendo lo spunto e la spinta, l’ ho avuta consumando i dischi di Fibra.

E mi sono detto negli anni, ‘perché non ci provi?’ e sinceramente anche tra dieci anni credo che il rap farà parte di me, della mia vita, è viscerale.

Ho amici che come me ed anche loro si buttano nella musica. Ho collaborato con alcuni di loro, e perché no, creare un progetto come duo mi piacerebbe, ma ci deve essere la sintonia perfetta su ogni idea”.


4)   4.   Amore, lavoro, successo. Devi scegliere tra le tre. Perché il canto e non il calcio? Qual è il messaggio che vuoi dare, cantando? E come ti fa sentire?



Amore, lavoro, successo. Devo scegliere per forza?” (Christoper ride).

Prenderei tutte tre allo stesso tempo.

Se guardo quello che mi manca ora, sceglierei il successo, ma credo sia in base al momento che oggi vivo. Non avessi avuto un lavoro, avrei scelto prima quello, dato che mi dà da mangiare. Lo stato d’ animo o le mancanze che vivi per fare una scelta, contano molto.

Io nei miei testi, ci metto sempre del mio, personale.

Per intenderci: ti parlo di me, o magari un mio pensiero riguardo a qualcosa, o semplicemente un esperienza vissuta.

Lo faccio per una cosa mia, visto che quando canto non ho altri pensieri per la testa. Mi fa sentire libero da tutto senza avere paura di mostrarmi, che è quello che le persone hanno. La paura ti frega.

Datemi retta: siate sempre voi, nel bene e nel male”.

 Un appello importante, che dà voce a tutti coloro che vorrebbero ma non azzardano, oltre che non possono (come intonava qualcuno). Trincerarsi dietro a un timore, non fa altro che produrne altro e il sogno si allontana. Bisogna credere, provare, cadere e rialzarsi. Verbi fondamenti per arrivare.

 

5)  5.    Credi che il mondo della musica, investa abbastanza sui nuovi talenti? Hai mai vagliato l'ipotesi di partecipare ad un talent? Se no, perché?

 

“Al giorno d’ oggi, penso che l’ ambito musicale italiano abbia avuto una scossa riguardo alle nuove leve (giovani emergenti).

Purtroppo ancora non appieno, si sa, viviamo in un paese in cui il giovane ha le ali tappate sempre.

L’Italia è vecchia, e anche nella musica bisognerebbe un po’ svecchiare. Però un passo avanti c'è stato e direi anche menomale. Vedi bene anche con i talent in tv, lo spazio bene o male te lo creano.

Io personalmente non parteciperei per dei miei "complessi mentali".

Credo molto nelle radici di questo genere che faccio e per emergere penso che ci siano luoghi più opportuni per dare libero sfogo a ciò che fai”.

 

Christoper ha le idee chiare, così come nelle sue strofe in rima: ai vari show televisivi dove spesso scovano talent scout, preferisce gli ambienti di nicchia, dove potersi esibire liberamente. In effetti, se si pensa ad Amici di Maria De Filippi, i partecipanti in veste di rapper come lui sono in minoranza e talvolta, come chi pratica freestyle, non hanno il feedback sperato. Non è una discriminazione, ma effettivamente l’orecchio musicale è spesso predisposto verso altri generi. Forse anche qui occorrerebbe elevare il livello e abbracciare anche altre discipline.

 

6)   6.   Consideri l'idea di trasferirti all'estero per inseguire il tuo sogno o resteresti nel luogo in vivi e lavori? Quanto sei disposto a "rischiare?"

 

L idea di trasferirmi altrove, magari all’ estero l’ ho avuta qualche anno fa, semplicemente per avere un tenore di vita più alto rispetto a quello che vivevo e che vivo tuttora, per coltivare una passione. Se lo fai col cuore, quando lo fai, qualsiasi posto va bene.

Avrei rischiato più in gioventù probabilmente rispetto ad oggi, pian piano mi sto costruendo la mia vita qui”.

 

7)  7.    Raccontaci la tua più grande pazzia. I tuoi sono al corrente del tuo - debole?

“I miei sono sempre stati al corrente di quanto mi piacesse la musica da sempre.

È da quando sono nato che in casa c’ era sempre musica. A furia di sentire ogni genere e artista, penso che qualcosina ne capisca, per non averla studiata.

Di pazzie (se così vogliamo chiamarle), forse la più grande è stata quella di mettermi a fare un EP, in un momento poco opportuno a livello economico.

Ma questa forse non è una pazzia, è stato più un rincorrere qualcosa che volevo davvero.

La vera pazzia è essere se stessi sempre in qualunque momento e luogo in mezzo alle maschere, devi essere pazzo perché spesso ti senti fuori luogo, ma a me piace essere Christopher.


8)    8.  Cosa cambieresti -al volo- per essere un cantante affermato e vivere di questo? Quanto costano i sacrifici?

“Se potessi cambiare qualcosa con un semplice ‘schiocco’, cambierei una parte del passato. Sicuramente l’ età in cui ho cominciato a farlo, frequentare gli ambienti giusti nei tempi in cui ancora la musica era più vera. Ho ancora un bagaglio musicale personale poco gonfio per sfondare al momento. La gavetta è importante”.

Si dice anche che chi ben incomincia, sia a metà dell’opera e questo fa già parecchio. Al resto ci pensano volontà e tenacia, fondamentali nel millennio in viviamo per sfondare e uscire dal coro.

 

9)    9.  Cosa manca nel tuo genere che potresti apporre tu? Con cosa faresti la differenza?

 

Nel mio genere, sicuramente oltre alla strofa rappata, che io amo molto fare, conta anche saper dare un tocco di melodia. Purtroppo con i ritornelli non vado molto d’ accordo.

Mi piace incastrare rima dopo rima, dare forma al concetto che voglio esprimere: mi concentro più sulla strofa perché secondo me è la parte più importante per fare capire cosa vuoi dire.

Il ritornello serve un tantino a staccare e fare cantare le persone, a me basta essere capito” .

 

E voi, siete curiosi di ascoltarlo e carpirlo? Non perdetevi il giovane rapper Christoper Brizzi. Le frequenze le avete e una radio anche. 

Accendete le cuffie e immergetevi nel suo mondo: ne varrà la pena!

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