Fabrizio Scrocca: "Sanremo? Ci andrò e vincerò"

La classe del personaggio di oggi è del 1997. Il talento di cui leggerete, arriva da qualche mese prima, quando lo stesso sguazzava nel ventre materno. La sua genitrice, gli ha trasmesso amore e passione per la musica, colei di cui lui ora non può farne a meno. Siete curiosi? Sappiate solo che il suo cognome è ben lontano dalle idee che matura e promuove: è tutta farina del suo sacco.

1)   1)  Iniziamo con le presentazioni: chi è Fabrizio Scrocca? Raccontaci di te. Da quando lo ritieni opportuno, proseguendo con fatti determinanti.

 

Sono nato a Milano e si può dire che, già nel grembo materno, assimilavo musica”. La sua mamma, intonava brani amorevoli per il suo piccolo in arrivo e Fabrizio, metaforicamente parlando, si nutriva anche della bellezza artistica, data dal ritmo del ventre. “A sette anni, ho iniziato a cantare le prime canzoni nei ristoranti di mio nonno, poiché lui intratteneva col piano bar. Da lì, è iniziato tutto: ho cominciato a studiare canto e pianoforte, fino a quando non ho preso il ‘via’. Ad un certo punto, non volevo più cantare canzoni di artisti già famosi e conosciuti in tutto il mondo e in più, avevo il mio migliore amico che mi incoraggiava nella stesura di una canzone mia”. Un buon manager amicale, il quale ha incentivato il giovane talento, spronandolo a fare e provare.

“Da lì in avanti ,dopo un po’ di tempo, l’ho fatto e ora continuo a scrivere e comporre musica....la mia musica”.

 

 

2)  2)    Le sette note le hai anche tatuate. Cosa rappresentano per te e che significato attribuisci alla musica.

 

Le note che mi sono fatto tatuare sulla mia pell,e sono le stesse del mio primo inedito, uscito il 29 luglio 2020 dal titolo ‘TU SOLA CON ME IO SOLO CON TE’. La musica, per me, ha tanti poteri: uno di questi è quello dì cambiarci lo stato d’animo da triste a felice, ascoltando anche solo un giro di percussioni. Inoltre, da non sottovalutare, ha anche la capacità di fare uscire le persone dal coma e questo penso sia uno dei suoi poteri più belli”. Una dichiarazione forte ed importante, quella dell’artista milanese: il suono che emette la musica, è in grado di risvegliare un degente ospedaliero e tale ‘medicina’ naturale, resta spesso incompresa a livello scientifico. Sta di fatto che la stessa, agisce sulle nostre funzionalità e muta il nostro umore.

  

3) 3)  Febbraio, il mese dell'amore e di Sanremo. Entrambi per te sono un connubio sentimentale. Parteciperesti al più grande evento che intrattiene l'Italia intera? Se no, motivaci.

 

Partiamo dal fatto che per quanto mi riguarda, penso che Sanremo sia il traguardo che ogni artista vuole raggiungere. Quindi a Sanremo ci parteciperei, eccome! Anzi ci parteciperò e chissà magari vincerò”. Fabrizio Scrocca ha le idee chiare, quasi trasparenti: uno dei suoi obiettivi, ben riposti nel bagaglio artistico, è pronto a farsi raggiungere. Il modo migliore per investire le proprie energie e capacità verso il primo podio? Credere già di essere sul primo podio.

 

4)  4.    A soli 16 anni, hai calcato lo stesso palco di Gigi D'Alessio e da lì, hai elaborato l'idea di cimentarti sul genere latino americano. Sei un'artista camaleontico o pensi che si sia trattato di un salto che ti vedrà sempre in quel mondo?

 

Prima di tutto, si può dire che ero camaleontico, dato che mi trovavo ancora nella fase di sperimentazione. Invece ora che so quello che voglio e sento che il mio genere è il LATINO AMERICANO, vado avanti così. È stato un cambiamento radicale è stata una scelta arrivata dal cuore ed ora mi vedrete e sentirete in queste bellissime vesti latine”. E quella definizione di genere, gliela lasciamo a caratteri cubitali, come la sua voce che impone a microfono. Da bravo intrattenitore musicale, Fabrizio si destreggia nel mondo latino americano, mentre i suoi spettatori, non possono che contagiarsi e saltare in pista.

 


5)  5.    Tra un mese compirai 24 anni. Cosa vuoi fare da "grande?" Attualmente riesci a vivere del tuo talento musicale o ti mantieni con un lavoro primario? C'è qualcosa che vorresti consigliare a coetanei come te che desidererebbero perseguire un sogno ma sono trattenuti dal timore di naufragare senza successo?

 

Guarda, da “grande” vorrei fare sicuramente il cantante e dato che ancora non sono ad altissimi livelli, i guadagni della musica fanno solo da contorno. Ai miei coetanei, vorrei dire che non si fa musica solo per mirare al successo, fama e denaro,ma si fa in primis perché la si ama e poi perché non c’è cosa più bella del regalare emozioni alla gente”. Fabrizio punta al cuore delle persone: sa molto bene quanto sia importante crearsi una piazza al centro del loro petto, prima di riempirla a dovere. Quel sold-out, arriverà ma prima deve far breccia emozionale.

 


Fabrizio porterà sè stesso, quello che è sempre stato, fin dai suoi esordi sotto il metro d'altezza, ma con una stoffa sopra le righe.

6)  6.   Dalle tue pagine social, si denota una certa notorietà. Qual è il segreto per emergere? Devi essere graffiante e sfrontato o conviene farlo in punta di piedi?

 

“Per emergere, non ci sono segreti. La notorietà è come una conquista: puoi cercare di capire come farla arrivare, ma alla fine se arriva, arriva da sola e vuol dire che sei entrato nei cuori della gente. Un consiglio che posso dare, è quello di non avere peli sulla lingua e sullo stomaco. Bisogna essere duri, sicuri e decisi di quello che si fa, dato che il mondo dello spettacolo è una giungla”.

  

7)  7.    Nei tuoi testi, a cosa ti ispiri? In questa terza ondata pandemica, come investi il tuo tempo?

 

 “Per i miei testi, mi ispiro alle mie esperienze personali e non. Un’ altra fonte di ispirazione, è il pianoforte: mi aiuta ad esternare quello che ho dentro senza farmi domande e resta fermo a farsi accarezzare.

Per quanto riguarda come passo il mio tempo in questa terza ondata pandemica, scrivo e compongo

Una sana esercitazione che rimpolperà notevolmente il suo estro artistico, utile da esibire a zona bianca compiuta.

 

Ultima domanda. Il pianoforte resta il tuo primo amore. Se te lo mettessero davanti, accanto al microfono, cosa scegli? Solo uno dei due e perché.

Note in aggiunta a piacimento (date in programma, pubblicità sui vari canali ufficiali...).

 

“Senza ombra di dubbio il pianoforte perché é grazie a lui se sono arrivato fino a qui. Ho appoggiato le mani su quei bellissimi tasti per la prima volta a cinque anni e tutt’ora non riesco a farne a meno”.

Vorrei rivolgere un messaggio a tutti quelli che stanno leggendo questa intervista: un pianoforte è formato da tasti neri e bianchi che rappresentano i momenti della nostra vita. Quelli bianchi, sono note maggiori e quindi momenti felici, mentre i quelli neri, sono note minori, quindi momenti tristi. Come ci insegna il pianoforte, mettendoli assieme possiamo creare una melodia fantastica, quindi nel caso della vita: una vita fantastica!!!

Mi raccomando continuate a seguirmi su Instagram: Fabrizioscroccalatino e su tutte le piattaforme digitali come Fabrizio Scrocca.

 

Ringrazio Viviana Fornaro per questa bellissima intervista e per avermi dato l’occasione di parlare della mia persona, di quello che sono e di quello che penso.

 

                                                                Grazie a te e in bocca al lupo! 

 

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